«Ho
bevuto e devo tornare a letto» disse all’improvviso.
Luisa le sorrise: «Io farò
altrettanto. Giusto il tempo di spegnere il computer e passare dal bagno. A proposito»
aggiunse «tu non hai bisogno di usare in bagno?».
Le sembrò che Alessandra fosse per un
momento come spiazzata dalla sua domanda e anche sul punto di dire qualcosa, ma
ebbe all’apparenza un ripensamento.
«No, non ho bisogno di usare il Bagno»
disse infine e, senza aspettare, oltre si defilò nel corridoio.
Luisa rimase per un po’ immobile a
osservare la cornice vuota della porta. Quando poi sentì Alessandra chiudersi
dietro le spalle la porta della sua stanza, comprese che quella strana
parentesi, la prima apertasi tra loro in due anni, si era ormai richiusa. Era
tuttavia vero che se aveva desiderato un imprevisto, poteva dire di averlo
avuto.
Ma, a pensarci bene, tutta la serata
in generale era stata generosa da questo punto di vista. Significava forse che
aveva il potere di far accadere le cose, se lo desiderava intensamente? Ne
dubitava e preferiva pensare a una pura coincidenza.
Altrimenti, come minimo, si sarebbe
già procurata un buon lavoro. Era però anche vero che il suo desiderio di
trovarsi un lavoro non era particolarmente intenso poiché non ne aveva
abbastanza bisogno. L’affitto della stanza e del secondo appartamento le davano
di che vivere mese per mese e in banca aveva soldi sufficienti per far fronte a
eventuali, sempre possibili, tiri mancini della sorte. E tutto questo lo doveva
esclusivamente alla nonna paterna.
Ricordava bene l’effetto che ebbe su
di lei scoprire di essere l’intestataria di una parte così consistente di
quell’eredità: era stato un vero e proprio shock, perché finché era stata in
vita la sua nonna paterna l’aveva sempre trattata con un distacco che rasentava
la freddezza. Diversamente dall’altra nonna, quella di Zio Lupo, che anche se le aveva
lasciato un’eredità puramente immateriale, consistente in nulla più di una
collezioni di bei ricordi, l’aveva inondata in vita delle più svariate
manifestazioni d’affetto. O almeno, a lei bambina erano sembrate tali.
Ma per quanto riguardava l’eredità
materiale, i due appartamenti e il gruzzolo di soldi, a volte si chiedeva se
fosse stata davvero una fortuna. Le veniva infatti da pensare che, senza questa
sorta di rete di sicurezza, avrebbe forse usato più cautela nelle sue scelte e
chissà, a quest’ora avrebbe avuto in tasca la sua laurea in Lettere, per quello
che poteva valere.
Ma con questi pensieri rischiava di
sprofondare in una nuova crisi. Entrò così in cucina con l’idea di prepararsi
una bella tisana; una tisana del buon umore già che c’era, quella con
l’iperico, la cannella e l’anice. Ma quando fu poi il momento di berla fece
qualcosa di cui lei stessa si sorprese: anziché la sua tazza prese quello che
sapeva essere il bicchiere in cui aveva bevuto poco prima Alessandra e verso lì
la sua tisana. Chissà, pensò, se non conservava ancora una traccia del contatto
delle labbra di lei.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco cosa puoi fare
adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- A volte, per non dire spesso, capitava che Luisa si stupisse della spaventosa quantità di vuoto, o forse piuttosto di inutilità, che riusciva a tollerare nelle sue giornate ed era soprattutto per porre un limite a questo vuoto e a questa inutilità che sognava di trovarsi prima o poi un lavoro.Sognava era la parola giusta. L’ultimo tentativo serio che aveva fatto risaliva a un anno prima, quando aveva fatto domanda al Disney Store per essere assunta come commessa. Quando Giulia l’aveva saputo prima aveva riso di brutto poi aveva fatto del suo meglio per smontarla o, come diceva lei, per riportarla con i piedi per terra.
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza e coraggio,
l'avventura nel dedalo continua!
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