sabato 31 agosto 2013

Parte ABCAAA di Maria Todesco


Vorrei chiederle altro, ma la luce si fa ancora più intensa per pochi istanti. Quando diminuisce, il bagliore diventa ugualmente diffuso e della tara non vi è più traccia.
Devo seguire la mia ispirazione, ha detto. Devo giungere all'oscurità.
Io che vado verso l'oscurità? Mi suona impossibile. Dal più banale timore del buio alla più matura paura per la violenza, mai mi sono sporto verso l'oscurità. Perlomeno credo. In ogni caso ho già constatato che la mia opportunità di scelta è solo astratta.
Mi guardo attorno. In quel fulgore senza fine, in quella sorta di bianca stanza senza muri o segni, dove avrei dovuto andare? Dov'era l'oscurità?

giovedì 29 agosto 2013

Parte ABCAA di Ariano Geta



La vista di una donna è sempre stimolante per un uomo, anche quando è clinicamente morto, o sospeso in coma farmacologico, o in procinto di trasformarsi in uno zombie, o qualunque altra cosa (se sapessi quale esattamente sarebbe meglio, ma ancora non l’ho capito).
Una donna, esatto. Dietro la luce c’era una donna. Una donna di un biancore esagerato: non un biancore di pelle umana, ma addirittura eburneo, come di alabastro vero, marmo per statue. La osservo e dopo un attimo mi viene in mente, ma sì, una figura sacra della mitologia tibetana: una tara.

Parte ABCA di Maria Todesco



Sono giunto alla fine del tunnel, trovando finalmente quelli che sapevo essere i miei contemporanei. È così buffo non ricordare il mio nome e cosa ho fatto nella mia vita, ma sapere com'ero stato, quando ero vissuto, forse pure dove.
«Sì, anche dove, in Europa di certo» mi sono detto a mezza voce.
Un sorriso involontario mi ha increspato le labbra.
Fisso quelle figure subito prima dell'uscita, con occhio critico. Più le fisso e meno mi piacciono: mi ricordano zombies.
«Pure delle creature fantasy, mi ricordo?» sbotto contro me stesso.

sabato 24 agosto 2013

Parte ADA di Reiuky



Insomma, era preso da quelle elucubrazioni quando entrò la segretaria con il suo passo felino. Uno schianto di donna, se fosse stata una donna.
Adorava guardarla muoversi nell'ufficio e osservarla quando si sedeva in modo provocante sulla sua scrivania. Quando lo guardava con quegli occhi di cielo, dimenticava per un momento la sua vera natura e sentiva un tonfo al cuore.
«Sono arrivate queste, Igor» pronunciò il suo nome in modo così dolce e mieloso che tutte le preoccupazioni sparirono «ho pensato che avresti voluto vederle subito».

venerdì 23 agosto 2013

Parte AAAAAAAAAAA di Romina Tamerici


La sua lettura alla ricerca di ricordi perduti d'infanzia non si protrasse però a lungo. Ben presto un messaggio di Skype fece capolino nell'angolo destro del computer: Non hai risposto alla mia mail, dunque ti chiedo l'amicizia qui. Ho bisogno di parlarti.
Chi poteva averle scritto quel messaggio? Luisa non ne aveva idea. Controllò il nome utente.
Fabri84 non le diceva niente.
Il solito scherzo idiota, pensò, gente che sceglie contatti a caso e rompe.
Tornò alla sua lettura, ma non riusciva a concentrarsi. Non aspettava forse un imprevisto? Forse quel messaggio era l'Imprevisto, quello con la i maiuscola.

Parte AAAAAAAAAA di Ivano Landi



Era stata una serata ben strana. Mentre saliva le otto rampe di scale che portavano al suo appartamento Luisa ripensò a Giulia, che dopo aver assistito a una conferenza tutta dedicata a simboli e analogie interpretava in senso letterale il messaggio che Eva Luna le aveva riservato. Ma ripensò soprattutto a quello che era capitato a lei: ritrovarsi a essere la consorte, per quanto immaginaria, di un imperatore che aveva tutta l’aria di fare lo spazzacamino di lavoro non era certo il massimo della vita. Oppure lavorava nelle pompe funebri? L’aria da beccamorto ce l’aveva proprio… Per un attimo sorrise all’idea, poi però si vergognò un po’ dei suoi stessi pensieri: magari era un bravissimo ragazzo e in fin dei conti era stato vittima della situazione al pari di lei. Si augurò comunque lo stesso di non trovarselo mai più davanti in vita sua.

Parte AD di Maria Todesco



Sì, essere un investigatore privato rendeva Igor, ogni giorno che passava, sempre più insicuro. Era veramente quella la sua via?
Parenti e amici che contavano su di lui per ogni piccolezza di certo non aiutavano. Lui voleva essere un investigatore serio, non un cacciatore di oggetti smarriti o un informatore di pettegolezzi!
Aveva studiato, si era preparato, finché era stato un collaboratore le cose erano andate bene: era ciò che desiderava. Ma, da quando si era  finalmente in proprio, nessuno gli dava mai il giusto merito. Era ancora abbastanza giovane per poter cambiare strada, ma se la seconda scelta si fosse rivelata quella veramente sbagliata?

Parte ACB di Reiuky



Inclinò la testa.
Ho fame, pensò, ma, prima che potesse portare avanti il pensiero, la donna si mise a urlare.
«Non mangiarmi, ti prego!».
Magari ha qualcosa da mangiare. Sarebbe.... meglio.
La donna tirò lontano la sua borsa: «Ecco! Prendi! Mangia!».
La tigre si avvicinò alla borsa. Dentro c'era quello strano cibo degli umani, ma aveva fame e lo divorò mentre la donna cercava di allontanarsi.

giovedì 22 agosto 2013

Parte AAAAAAAAA di Ivano Landi


Giulia, dal canto suo, al termine del breve consulto non aveva ricevuto un vero e proprio consiglio, ma una specie di predizione.
«Il tuo prossimo amore sarà una danza» le aveva detto enfaticamente Eva Luna.
Un responso che la lasciò perplessa: «Che significa? Io sono già adesso innamorata della danza».
«Forse non è da prendersi così alla lettera» commentò Luisa «l’avrà inteso in senso metaforico».
Giulia rifletté un attimo: «Secondo me voleva dire: “Il tuo prossimo amore sarà come una danza”. Così ha più senso, non ti sembra?».

mercoledì 21 agosto 2013

Parte AAAAAAAA di Ivano Landi



Quando ebbe finito di parlare non chiese però, come accade di solito in eventi di questo tipo, se qualcuno avesse delle domande da farle. Disse che preferiva dedicarsi a una dimostrazione di tipo pratico, ma, poiché voleva lasciare meno gente possibile a bocca asciutta, non avrebbe fatto vere e proprie letture ma una specie di gioco. Sarebbe cioè passata tra le fila del pubblico con i suoi ventidue arcani maggiori chiedendo a ognuno di scegliere una carta che lei avrebbe poi interpretato. E, dopo avere aggiunto un’ultima premessa e cioè che, per rimanere nei limiti di tempo previsti, non avrebbe potuto dedicare più di tre minuti di orologio a ogni carta, dette il via al giro.

Parte ABC di Ariano Geta



 Alla fine ho scelto l’ingresso più rassicurante. Da vivo sono sempre stato un codardo, non c’è motivo di cambiare abitudini solo perché adesso sono defunto.
Il tunnel che mi è apparso davanti agli occhi è piuttosto esteso. I bassorilievi si estendono ovunque, dal pavimento alle pareti sino al soffitto. Uno spazio vuoto circolare totalmente ricoperto di rilievi. Mi ha fatto venire in mente certi oggetti d’avorio finemente cesellati che ho visto in vari musei: ninnoli estremamente piccoli in cui, miniaturizzati, erano riprodotte case, persone, città, campagne, animali.

Parte ACAAA di Maria Todesco



Non avrebbe saputo dire quale era stata la prima delle sue tante scelte sbagliate. Ne aveva forse mai fatta una giusta?
Le veniva in mente la sua migliore amica, Elisa, ottimista di natura, portatrice di buona fortuna. Sì, all'amica andava sempre tutto bene e bastava stare con lei per incorrere nella buona sorte.
Ma ora Anna era da sola: aveva litigato con Elisa, litigato con il proprio ragazzo, con i propri genitori... litigato con chiunque potesse litigare, negli ultimi tre giorni. Per quale motivo? Se lo ricordava a stento. Le vacanze: quando farle, quanto stare via, con chi, dove... Una futilità del genere l'aveva fatta scattare, da testa calda qual era e l'aveva portata a trovarsi da sola quel giorno, a voler andare a quella festa in discoteca la sera prima, a farsi rubare il portafoglio, a perdere le chiavi dell'auto. Se solo avesse portato con sé il cellulare... Ma anche la scelta di lasciarlo a casa era stata voluta: così nessuno avrebbe saputo dove trovarla.

Parte ACAA di Romina Tamerici


Davanti a un bivio.
Quel giorno come mille altre volte: un labirinto di speranze e di illusioni in cui tutte le strade sembrano sbagliate.
La familiare sensazione di non sapere cosa fare della propria vita condisce la voglia di andarsene lontano, sempre più distanti dalla prigione delle abitudini, dalla tela delle relazioni sbagliate, dai dubbi travestiti da certezze.
Sospirò. Del resto era ovvio che lei non sapesse come cavarsela tra le decisioni.  
Penso troppo, è questo il problema, si disse, per questo ora mi ritrovo qui, in questo dannato bagno pubblico, con una tigre davanti.

Parte ACA di Maria Todesco



Insomma, forse il problema era stato approfittare della confusione del circo della sera prima e fuggire verso la famosa libertà. Gli altri animali ne parlavano spesso, ma a lui non è che fosse mai veramente interessato. Un giorno voleva essere la stella dello spettacolo, quello dopo un selvaggio predatore, poi un mansueto gattino per giocare con quegli indifesi cuccioli d'uomo e, altri ancora, un maestoso felino, re del proprio dominio. Spesso le idee erano pure più d'una nella stessa giornata, tanto da rasentare l'apice dell'assurdità per la sua specie. Alla fin fine, si era spesso trovato davanti a più di un bivio, anzi, veri e propri incroci.

lunedì 19 agosto 2013

Parte AAAAAAA di Ivano Landi


«Ho dovuto chiamarti sul fisso perché avevi il cellulare spento» le spiegò Giulia, seduta al suo fianco.
Era evidente che nella sua frase era implicita la domanda: «Perché avevi il cellulare spento?».
«Mi ero distesa per un po’ sul letto» spiegò Luisa «ne avevo bisogno».
«Allora mi spiace di averti disturbato».
«Non mi hai disturbato. Quando hai chiamato tu mi ero già alzata. Poi sarebbe stato lo stesso…».
Erano sedute, in attesa dell’inizio della conferenza, all’interno di una libreria esoterica di piccole dimensioni che vendeva, guarda caso, anche mazzi di tarocchi. Le poche sedie a disposizione si erano riempite in fretta e loro due, che se l’erano presa un po’ comoda pur essendo arrivate in orario, avevano fatto appena in tempo ad aggiudicarsi gli ultimi due posti a sedere contigui. Alla fine, tra persone sedute e persone in piedi i presenti saranno stati una trentina.

domenica 18 agosto 2013

Parte AAAAAA di Ivano Landi



Le restava comunque un po’ di tempo a disposizione prima dell’arrivo dell’amica. Pensò di mettersi a leggere un libro ma di nuovo le tornò in mente Zio Lupo. Capì così di non avere scelta e dopo avere avviato il computer ed essersi collegata alla rete, digitò le parole Zio Lupo nella casella di ricerca di Google. Non si aspettava niente di che, ma era anche possibile che a qualcun altro oltre lei fosse stata raccontata quella storiella durante l’infanzia e che questo ex bambino o bambina potesse, a differenza di lei, non averla dimenticata. Quando però, dopo mezzo secondo, le apparve la schermata con i risultati della ricerca, Luisa strabuzzò gli occhi incredula: più di settecentomila risultati?! Alla faccia della stirpe!

Parte AC di Reiuky

Sospirò. Del resto era ovvio che lui non sapesse come cavarsela tra le decisioni. Penso troppo, è questo il problema, si disse. Una tigre non dovrebbe pensare. Dovrebbe solo agire, seguendo il suo istinto. Ma da tempo si era reso conto che il suo istinto non sempre era perfetto. Del resto gli uomini riescono a sopravvivere senza artigli né zanne solo seguendo il loro pensare. Quindi il fatto che lui riuscisse a pensare non doveva essere cosa poi così brutta.

Parte ABAA di Reiuky



Ma la porta mi respinge.
Come è possibile? Mi avvicino di nuovo, con più cautela, ma non riesco ad avvicinarmi. Forse non sono io a scegliere? Mi avvicino alla porta più scura, ma anch'essa mi respinge. Che cosa ho sbagliato? Chiedo, ma la mia voce non produce suono. Del resto come è possibile che esista un suono dove non c'è aria? Come faccio a sapere che non c'è aria? Chiedo di nuovo, e, di nuovo, nessuno risponde.

Parte ABB di Reiuky


 Due porte, una con un significato una con un altro. Mi ricorda qualcosa, una favola forse. Non riesco a focalizzare bene. Secondo l'uomo delle pulizie avrei dovuto scegliere il mio percorso, ora intuisco come: la scelta di una delle tue porte mi porterà alla mia destinazione. Mi avvicino verso la porta che mi dà una sensazione di calore, quella con scene familiari, con le donne intente alla cucina e ai propri figli. La sfioro e, senza rendermi conto del come, mi trovo dall'altra parte, in una stanza esagonale. Mi volto per realizzare che non riuscirò a tornare indietro in questo labirito, mai.

Parte AAAAA di Marcella Andreini



Eppure ricordava la gioia nell’ascoltare quella favola; non sapeva tracciare la trama, ma ricordava che nessun’altra favola aveva catturato la sua attenzione come la favola dello Zio Lupo che sì, questo lo ricordava bene, scendeva giù dal camino. Intanto, davanti a tutte le quattro ante aperte dell’armadio, sceglieva cosa indossare per quella conferenza sui tarocchi; come sarebbe stato il pubblico? Colorato, sicuramente. E ora da dove le veniva questa insolita sicurezza di attribuire a un intero pubblico una qualità che magari non aveva? 

sabato 17 agosto 2013

Parte AAAA di Ivano Landi


Luisa non si era mai concentrata così in vita sua, neanche in vista di un esame. Imprevisto, imprevisto, imprevisto… Non aveva idea se servisse a qualcosa e per dirla tutta si sentiva anche un po’ scema a chiamarlo così, tutta abbandonata sul letto mezzo disfatto, ma cosa aveva da perdere provandoci? Ora squilla il telefono e una voce maschile mi invita a un appuntamento al buio, oppure ora bussano alla porta e mi consegnano un pacco misterioso, o magari scende Zio Lupo dal camino, pensava. Fu colta di sorpresa dallo strano pensiero. Per la verità l’appartamento in cui viveva non ce l’aveva neanche il camino, ma non era questo il punto. A stupirla era il fatto che proprio adesso le tornasse in mente Zio Lupo: anche questo a suo modo era un imprevisto, un mini imprevisto. Ma com’è che era la storia?

Parte ABA di Salamandra



Ho la strana sensazione che le porte mi stiano fissando. Prima, forse, avrei pensato di aver bisogno di qualche ora di sonno; ma dato che sono ufficialmente morto, il possibile e l’impossibile cominciano a non avere più confini così netti.
Devo scegliere, questo è poco ma sicuro. Innanzitutto, devo decidere se rimanere qui o provare ad attraversare una delle due porte, ma non c’è da riflettere molto, a dire il vero: chi diavolo vorrebbe passare l’eternità fermo in questo non-luogo?
La seconda scelta, invece, potrebbe richiedere più tempo. Non che questo mi manchi, per l’appunto.

venerdì 16 agosto 2013

Parte AAA di Marcella Andreini


Forse, ecco l’aveva pensato ancora, forse, dando così il via al suo continuo dubitare; ogni azione era frenata da quell’eterno forse. Le sue uniche certezze erano le regole in cui s’imprigionava: un anno di frequentazione all’università, cercare lavoro dopo Natale. Il forse poteva sembrare una possibilità, ma la possibilità faticava a prendere il volo e così si sacrificava a delle regole ferree. Ci voleva un imprevisto. Anche se lei temeva gli imprevisti: le annullavano i forse e le regole. Quanto avrebbe desiderato un imprevisto di cui non fosse stata, minimamente, responsabile.


Parte AB di Salomon Xeno



Il fatto è che nessuno mi ha parlato delle due porte.
Ma andiamo con ordine.
Sono clinicamente morto. Questo significa che tutti i segni vitali sono piatti come il marmo della lapide dietro cui riposo. Così, mentre il corpo si decompone e foraggia nuove forme di vita, la mia ombra risiede in questo limbo.
La morte non è come la immaginavo. È come stare una sala d'attesa. Le pareti sono di un grigio spento, interessato da un tenue barbaglio soltanto quando qualcuno entra o esce. Per il resto la stanza è spoglia. C'è odore di pioggia e un certo livello di umidità, quasi ci trovassimo dentro una nuvola, ma senza un filo di vento; per fortuna, perché temo che un semplice alito possa spazzarmi via.
Il fatto è che non dovrei trovarmi qui. Le altre ombre vanno e vengono; cosa ci sia oltre, tuttavia, ancora lo ignoro. Dove mi trovo? Non so dove andare né come andarci. Nessuno me l'ha spiegato.

Parte AA di Ivano Landi

Finora aveva sempre anticipato la riflessione all’azione. E se stavolta avesse provato ad agire, semplicemente agire, senza neanche preoccuparsi troppo delle conseguenze? Magari è vero che la fortuna aiuta gli audaci. Se solo fosse stata in grado, pensava, di distinguere dove finisce l’audacia e comincia l’incoscienza… Ed ecco che ricominciano i dubbi, le paure. Be', certo, le esperienze bruciano e non si cancellano così facilmente.



giovedì 15 agosto 2013

Incipit A di Romina Tamerici


Davanti a un bivio.
Quel giorno come mille altre volte: un labirinto di speranze e di illusioni in cui tutte le strade sembrano sbagliate.
La familiare sensazione di non sapere cosa fare della propria vita condisce la voglia di andarsene lontano, sempre più distanti dalla prigione delle abitudini, dalla tela delle relazioni sbagliate, dai dubbi travestiti da certezze.