mercoledì 27 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi

Era anche incluso il programma della serata, che Luisa lesse con attenzione nonostante le dicesse ben poco:
  •  Johann Sebastian Bach (Vadim Ghin) - Trio Sonata in Do minore da L’offerta musicale, BWV 1079
  •  Johannes Brahms - Trio in La minore, Op. 114
  •  Gabriel Fauré - Trio in Re minore, Op. 120. II. Andantino

domenica 24 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Si abbassò per evitare di essere costretta a toccare i cartoni e cercò di leggere la data di scadenza che vi era sovrimpressa. Ci riuscì velocemente e, nonostante avesse preso in considerazione, tra le altre, anche quella possibilità, rimase ugualmente sconcertata dal risultato: tutte e tre le confezioni erano scadute da almeno un anno! Il che significava che dovevano trovarsi nel frigo fin da subito dopo l’arrivo di Alessandra nel suo appartamento.
E adesso, si chiese, cosa faccioVado fino in fondo?

sabato 23 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Si preparò in ogni caso a mentire di nuovo alla sua amica e di nuovo per necessità.
«Scusami Giuli, ma, come ti ho detto, stavo ascoltando della musica ed ero un po’… un po’ sballata, ecco».
«Mm, ok. Ma…».
Luisa la esortò a continuare: «Ma?».
«Niente, magari ne parliamo domani prima della cena. A proposito» aggiunse Giulia indicando la crostata di frutta «hai controllato l’etichetta di questa, vero?».
Luisa sospirò: «Sì, ho controllato… niente prodotti di origine animale, per quanto ne capisco».

giovedì 21 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Un giorno però ti dirò tutto, Giuli, te lo prometto, aggiunse dentro di sé. 
«Hai controllato la posta?» le chiese quindi l’amica.
«No, non questo pomeriggio».
«Bene, allora fallo: ti ho inoltrato tre menu vegan che mi hanno inviato le mie amiche. Scegli quello che preferisci».
«Ok, adesso li stampo e me li studio con calma».
«Sono tutte cose» continuò Giulia «che puoi trovare nel mio supermercato, quindi mi aspetto di vederti domattina».
«Ok, a domattina».

domenica 17 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Ti interessa davvero saperlo? La domanda-risposta della sua inquilina continuò a ossessionare Luisa per gran parte del pomeriggio, facendole dimenticare tutto il resto. Finché, a un certo punto, affiorò in lei la strana convinzione di essere entrata, per la prima volta, in possesso di una chiave di accesso al mondo della sua inquilina. O era piuttosto, pensandoci meglio, una chiave di accesso a se stessa? Comunque sia, si immaginò all’improvviso riflessa in Alessandra come in uno specchio, ma l’immagine che vedeva non era quella di lei nel presente bensì di lei come poteva essere stata, per esempio, ai tempi in cui ascoltava sua nonna raccontarle la storia di Zio Lupo.

mercoledì 13 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Fortunatamente per lei, la sua amica Giulia, forse proprio a causa di questa nebbia, era sempre rimasta all’oscuro dell’esistenza di quel patto scellerato. Le aveva solo detto che la sua inquilina chiudeva sempre la stanza a chiave perché era gelosa del suo spazio e del sua privacy.
«E tu glielo permetti?» aveva replicato l’amica con la consueta foga.
«Perché non dovrei?» si era difesa Luisa «Dopotutto è il suo unico neo. Per il resto è l’inquilina che ho sempre sognato di avere: non sporca, non lascia niente in giro, non fa rumore e, soprattutto, è puntuale nei pagamenti».

martedì 12 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Da quello che si capiva dalla foto, doveva essere una porta dipinta di nero, affiancata ai lati dalle due colonne in legno che aveva individuato nella semioscurità la sera prima. Solo dall’immagine sullo schermo, però, fu in grado di vedere che entrambe le colonne erano tutte decorate con incisioni poi dipinte in vari colori. Lesse infine sopra l’architrave la scritta Helheim, che significava Dimora di Hel, tracciata in caratteri robusti e lineari. In poche parole, da quella porta si accedeva, in senso sperabilmente solo figurato, nientemeno che all’oltretomba vichingo.

domenica 10 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Luisa non sapeva proprio cosa pensare. A giudicare dalla ricerca che aveva appena svolto sul suo computer, non esisteva e non era mai esistito un gruppo musicale che si chiamasse Hel. L’opzione alternativa che le era stata offerta in campo musicale era una band di nome Hell nata negli anni '80 e ancora in attività, mentre, per tutto il resto, il termine era riferito unicamente alla dea dell’oltretomba scandinavo.

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Solo quando ebbe varcato la soglia del portone si fermò per riprendere fiato. La sua era stata una fuga in piena regola, si disse, ma da cosa? Era forse fuggita da Fabrizio?, dal Ragnarock?, da se stessa? Se fossero state vere le prime due ipotesi, una o entrambe, il suo comportamento era come minimo ambivalente dal momento che era impegnata, in quegli stessi giorni, in manovre di avvicinamento in piena regola sia nei confronti di Fabrizio sia del Ragnarock. Se invece fosse stata vera l’ultima delle tre, allora non le sarebbe valso a niente fuggire, perché si sarebbe portata dietro se stessa ovunque.

sabato 9 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi


«Lo abbiamo deciso di concerto io e Giulia» mentì «come modo per ricambiare la tua gentilezza. Quella di averci prima invitato a casa tua e adesso al Ragnarock, intendo».
Fabrizio sorrise e annuì, ma Luisa dedusse, dalla sua espressione, che non doveva essere stata molto convincente.
Cercò così di sviare il discorso dicendo la prima cosa che le passò per la testa: «Perché volevi vedere il concerto degli Hel? È un gruppo che ti piace?». 
«Delle… non degli» la corresse lui «le Hel sono un gruppo formato da sole donne… tre per l’esattezza».
«In ogni caso» aggiunse «non so dirti se mi piacciono o no perché non le ho mai sentite suonare. A dirla tutta, non le avevo neppure mai sentite nominare prima di parlare con Eva Luna».

giovedì 7 novembre 2013

Parte AEA di Belle



Aveva premuto il pulsante del secondo piano, ma, proprio nell'istante in cui le porte si stavano chiudendo, una ragazza sgusciò all'interno. Minuta e bruna, aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo e indossava una giacca blu su un paio di jeans. Le dedicò uno sguardo, una frazione di secondo: non aveva proprio niente di speciale, niente che gli desse motivo di guardarla per un momento di più.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono e davanti ai suoi occhi apparve l'open space dove avrebbe dovuto trascorrere il resto della giornata, fece per uscire, scontrandosi violentemente con la ragazza.

mercoledì 6 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Ma non fece quasi in tempo a gettare lo sguardo oltre la vetrina del pub, che tutte le luci all’interno, eccetto quelle di sicurezza, si spensero. Dopodiché riuscì solo a individuare, oltre ai contorni del mobilio, le sagome di alcune persone che sembravano confondersi con la parte più in ombra della parete di fondo della stanza. Si trattava in realtà, come Luisa si rese conto alcuni istanti dopo, di un varco che si apriva tra due colonne lignee. Un varco che lei immaginò dovesse portare allo spazio dove era previsto che suonassero gli Hel.

domenica 3 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Ma l’appartamento nel suo insieme le sembrò diventato all’improvviso ostile, come se tra le sue pareti aleggiasse ancora l’eco del suo incubo. Luisa decise così che fosse meglio per lei uscire e camminare finché non si fosse tranquillizzata del tutto.

sabato 2 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Senza dire niente, Alessandra alzò il piatto all’altezza del suo plesso solare e con la mano libera afferrò una delle uova, se la portò alla bocca e la addentò. Luisa era stupefatta: per la prima volta in due anni, la vedeva mangiare.
E la sua sorpresa era destinata a prolungarsi, perché, subito dopo, la ragazza allungò ancora il piatto verso di lei con l’apparente intenzione di offrirle l’altro uovo. Luisa esitò per un breve momento, poi decise di stare al gioco, ma, proprio mentre stava per allungare a sua volta la mano, emerse alla sua vista un dettaglio raccapricciante che le era prima sfuggito: la superficie all’apparenza bianca e lucida dell’uovo era in realtà pervasa di sottili ramificazioni venose che trattenevano ancora il loro sangue. Luisa si rese conto, in poche parole, che quello che aveva sotto gli occhi non era per niente un uovo bensì il testicolo spellato di un grosso animale, forse di un cavallo. Fece per gridare, ma si sentì la gola come paralizzata. In compenso, colpì però il piatto con una mano, facendolo finire rumorosamente in terra e andare in mille pezzi.

venerdì 1 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Finché aveva abitato con suo padre, Luisa aveva avuto a disposizione oltre tremila pezzi tra dischi di vinile e compact disk e si poteva dire che il suo svezzamento fosse stato a base di omogeneizzati e Rolling Stones, purea di frutta e Pink Floyd, biscotti sciolti nel latte e Björk. Aveva se non altro goduto del privilegio, anni dopo, di salvarsi da tutte le possibili infatuazioni per quei gruppetti di musica prettamente adolescenziale di cui cadevano regolarmente vittima le sue amiche e compagne di scuola.