domenica 29 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Anzi, dal suo punto di vista, la morale sessuale l’aveva sempre riguardata quanto la storia geologica delle rocce su cui si trovava a saltare poteva riguardare una capra di montagna. Quindi la domanda era: perché l’idea di provare attrazione per la sua inquilina la disturbava così tanto? Forse perché sapeva istintivamente che le cose non dovevano essere così e che doveva cercare altrove la spiegazione di quanto le stava accadendo?

venerdì 27 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Le acque sembravano essersi di nuovo acquietate, almeno esteriormente. Per essere più vicini al vero, però, sarebbe stato molto più corretto dire che tragedie e commedie erano tornate a svolgersi, in massima parte, sul palcoscenico del suo teatro interiore. Un palcoscenico in cui lei, Luisa, la protagonista, rischiava continuamente di essere spinta sullo sfondo da una moltitudine di comparse.
Era in ogni caso da un po’ di tempo, grazie alle sue letture ma anche in base alle sue riflessioni interiori, che si era formata un’idea abbastanza chiara sulla stretta relazione esistente tra nevrosi e vita sessuale.

mercoledì 25 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



«No, non credo che mentisca. Mi ha anche invitata ad andare a vederla suonare. Inoltre, un paio di volte è salita da noi una sua collega musicista con cui fa dei duetti».
«Questa sì che è una notizia» esclamò Giulia «la mummia egizia che intrattiene relazioni con il mondo dei vivi!».
«Già, proprio così. E come vedi non sono la sola a essere prevenuta verso qualcuno».

lunedì 23 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



«È ora di andare. Che ne dici Giuli?» disse all’improvviso, approfittando della pausa di silenzio.
«Di già? Non vi ho ancora mostrato la mia stanza…» protestò timidamente Fabrizio.
«Siamo venuti qui per vedere i quadri, non le stanze…» replicò Luisa.
Giulia, a sua volta colta alla sprovvista dall’iniziativa dell’amica, ebbe una reazione un po’ seccata: «Non darle ascolto, Fabrizio, vedremo volentieri la tua stanza».

domenica 22 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



«E sei assolutamente certo che nessuno ci abbia pensato prima di te?» chiese Giulia.
«Assolutamente è una parola grossa» rispose Fabrizio «ma ne sono ragionevolmente certo. Oltre ad avere consultato i cento e passa mazzi online, ho anche associato alla parola Tarocchi, nella barra delle ricerche, ogni definizione a cui io sia riuscito a pensare: babilonesi, mesopotamici, assiri... e a questo proposito» aggiunse «vi invito a guardare di nuovo i primi quattordici arcani e forse vi accorgerete di qualcosa che prima vi è sfuggito».

giovedì 19 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Si era nel frattempo, tra un discorso e l’altro, avvicinato al cavalletto con il dipinto dell’Arcano XV coperto dal telo. 
«Non è per caso» disse dopo una breve pausa «se ho detto che finora ho rispettato l’iconografia più classica. Con l’Arcano XV, Il diavolo, ho deciso invece di uscire e di molto dal seminato… il risultato è questo!».
E come durante un gioco di prestigio, da sotto il telo apparve finalmente il misterioso dipinto. Un dipinto con tutte le caratteristiche essenziali dei quattordici che l’avevano preceduto, salvo il fatto che era ancora in fase di realizzazione. Ma questo riguardava soprattutto lo sfondo, poco più di un abbozzo, mentre la figura del diavolo in primo piano era già abbastanza definita in tutti i suoi dettagli.

mercoledì 18 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Comparve così davanti agli occhi delle due ammirate spettatrici una serie di acrilici, ognuno dei quali raffigurava un diverso Arcano, realizzato con la stessa minuzia di dettaglio e la stessa resa cromatica dei dipinti della galleria. Erano tutti della stessa dimensione, a occhio e croce quella di un foglio A4, ed erano appesi al pannello in file di quattro.
«Ma sono stupendi… semplicemente meravigliosi» commentò Giulia estasiata.

lunedì 16 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



E detto questo, dopo ancora un’ultima breve deviazione a sinistra, Fabrizio guidò le sue due ospiti oltre la porta d’ingresso della mansarda vera e propria, fino a un salottino che a Luisa ricordò il suo per dimensioni e collocazione.
«Questo è lo spazio in comune della mansarda» spiegò Fabrizio aggiustando nel contempo, da bravo padrone di casa, i cuscini sul divano «insieme al bagno e al cucinotto che, come potete vedere» aggiunse indicando alla loro destra «è stato ricavato trasformando il terrazzino in una sorta di serra».
«Wow» esclamò per l’ennesima volta Giulia «ma questa è la casa dei miei sogni!».

Parte ABAAA di Romina Tamerici



O qui o in nessun altro posto.
Me lo sento: se non trovo il mio nome qui, allora non lo troverò mai più.
La cosa mi elettrizza e mi terrorizza. È come se tutto il destino del mio infinito debba giocarsi in questi istanti. Qui. È una responsabilità troppo grande. E tutto per uno stupido nome? Ma chi se ne frega! Non basta un nome qualsiasi? Cioè, chi può negare che io non mi chiami Gianni? O Luca? O Antonio? O Vattelapesca? Serve un nome? Bene, mi chiamerò Giorgio. Mi piace il nome Giorgio.

sabato 14 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Ma forse non era neanche corretto parlare di attrazione. Continuando a seguire lo stesso filo logico che aveva seguito finora, Luisa ne deduceva che il suo aspirante Imperatore potesse piuttosto sentirsi come investito dall’alto di una specie di missione: la missione di far combaciare in un modo o nell’altro sogno e realtà, magia e vita quotidiana. Erano appunto solo deduzioni le sue, ma nel caso fossero state corrette le fornivano una ragione in più per non abbassare la guardia.

Parte ADAA di Salamandra



Igor si stupiva sempre della capacità dei folletti di nascondersi dietro ad apparenze pressoché perfette. Lui ora era lì, distratto dalla silhouette provocante di Penny, quando probabilmente la vera forma della segretaria era quella di un esserino alto dieci centimetri e con una fila di denti particolarmente affilati.
Abbassò lo sguardo e tornò a osservare la foto, questa volta con più attenzione. Il disegno del tatuaggio non era chiarissimo, dato che era coperto un po’ dal correttore e un po’ dal colletto della camicia, tuttavia la sua presenza era già di per sé un’anomalia. Prese la lente di ingrandimento e cominciò a studiarne le linee sgranate, maledicendo tra i denti la risoluzione della stampa: non riusciva a capire cosa potesse rappresentare. Al momento, s’intuiva solo una forma circolare contenente un disegno di qualche tipo, apparentemente senza ombreggiature. Sembrava quasi una specie di marchio.

venerdì 13 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAA di Ivano Landi


«Intanto che io mi preparo voi fate quello che volete» disse Luisa ai suoi due ospiti «avete cucina e soggiorno a vostra completa disposizione…».
«Giulia conosce tutto di questa casa» aggiunse rivolta a Fabrizio.
«Quasi tutto, per la verità» obiettò Giulia «vedi quella porta laggiù in fondo al corridoio accanto all’ingresso?».
«Sì, certo che la vedo» replicò lui.
Giulia a quel punto prima rise, poi modulò la sua voce su un tono di mistero: «Bene. Quella è la stanza della mummia egizia».

giovedì 12 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAA di Ivano Landi



«Puoi aspettare solo un momento Giuli? Devo togliere urgentemente una cosa dal fuoco… vado e torno!».
E senza neanche aspettare la risposta dell’amica, Luisa corse alla porta del bagno.
«Alessandra, sei ancora lì?» chiese, mentre bussava.
Non ottenendo risposta, abbassò la maniglia e aprì la porta per quel tanto che le bastò ad avere la conferma che il piccolo locale era effettivamente vuoto. Com’era prevedibile, la ragazza aveva approfittato della telefonata per rifugiarsi nella sua stanza.
Meglio così, si disse Luisa, che tornò di corsa al suo cellulare.

martedì 10 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAA di Ivano Landi



Che cogliona che sono!, esclamò Luisa dentro di sé, non appena si fu ripresa dallo shock, mi sono fatta fregare come una cretina! E adesso che faccio?
Già, cosa doveva fare adesso? Fermarsi era forse la cosa migliore, rifletté, sempre nella speranza che non fosse ormai troppo tardi e il suo rapporto con Alessandra già compromesso. Cercò di raccogliere le idee ed elaborare al più presto una exit strategy che salvasse capra e cavoli, ma proprio in quel momento sentì il suo cellulare squillare nella camera da letto.

Parte AAAAAAAAAABAAAAAA di Ivano Landi



«Ciao».
«Ciao» le rispose Alessandra senza però rallentare la sua andatura. Un attimo ed era già fuori dalla vista, oltre la soglia della stanza.
Luisa decise di tentare ancora una volta la strada del dialogo: «Avrei voglia di venire a uno dei tuoi concerti» gridò per farsi sentire dalla cucina «ne hai qualcuno in programma?».
«No, nessuno»  le gridò l’altra di rimando.
E adesso?, pensò Luisa. All’improvviso si sentiva la mente come paralizzata e disse la prima cosa che le venne in mente: una banalità assoluta, come si rese conto subito dopo.
«È molto freddo fuori? Ho una mezza idea di uscire».  

domenica 8 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAA di Ivano Landi



Dall’altro lato, aveva anche finito per considerare quel particolare io altrettanto sfuggente della sua inquilina, dal momento che ogni tentativo di portarci sopra l’attenzione in quelle due settimane si era rivelato praticamente inutile. La sua consapevolezza si scontrava ogni volta contro una barriera o meglio, per usare un termine più tecnico, un meccanismo di difesa che lei stessa doveva avere eretto inconsciamente. Il che non era molto diverso dal nascondere lo sporco sotto il tappeto per poi fingere che la stanza sia pulita.
Ma, sempre secondo le sue cognizioni di psicologia, gli io andavano integrati in un modo o nell’altro nello spettro della propria individualità, altrimenti c’era sempre il rischio che un io represso finisse per trasformarsi in una sorta di Zio Lupo personale, pronto a scendere dal camino quando meno te lo aspetti per cacciarti in chissà quali guai.

sabato 7 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAA di Ivano Landi



A volte, per non dire spesso, capitava che Luisa si stupisse della spaventosa quantità di vuoto, o forse piuttosto di inutilità, che riusciva a tollerare nelle sue giornate ed era soprattutto per porre un limite a questo vuoto e a questa inutilità che sognava di trovarsi prima o poi un lavoro.
Sognava era la parola giusta. L’ultimo tentativo serio che aveva fatto risaliva a un anno prima, quando aveva fatto domanda al Disney Store per essere assunta come commessa. Quando Giulia l’aveva saputo prima aveva riso di brutto poi aveva fatto del suo meglio per smontarla o, come diceva lei, per riportarla con i piedi per terra.

venerdì 6 settembre 2013

Parte ADB di Salamandra



Si alzò e prese il cappotto, deciso a non rimandare oltre. Tastò le tasche per essere certo di avere le chiavi della macchina con sé e scese per strada, pronto a riprendere l’appostamento e, con un po’ di fortuna, il pedinamento.
Il percorso della moglie, da casa al luogo d’incontro e dal luogo a casa, era sempre il più breve possibile, che fosse in macchina o a piedi. Quel giorno era a piedi e quindi lui, sceso dalla macchina, la seguiva tenendosi a una trentina di metri di distanza. Lei non si fermava mai e non perdeva tempo a guardarsi attorno. Gli dava un’idea di profonda sicurezza, quasi di superbia: non esattamente come l’aveva descritta il marito.

Parte AAAAAAAAAABAAA di Ivano Landi



«Ho bevuto e devo tornare a letto» disse all’improvviso.
Luisa le sorrise: «Io farò altrettanto. Giusto il tempo di spegnere il computer e passare dal bagno. A proposito» aggiunse «tu non hai bisogno di usare in bagno?».
Le sembrò che Alessandra fosse per un momento come spiazzata dalla sua domanda e anche sul punto di dire qualcosa, ma ebbe all’apparenza un ripensamento.
«No, non ho bisogno di usare il Bagno» disse infine e, senza aspettare, oltre si defilò nel corridoio.

mercoledì 4 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAA di Ivano Landi



Un lungo e accalorato applauso: fu questa la reazione, del tutto imprevista, dell’ascoltatrice al termine della lettura.
Non appena si fu ripresa dallo stupore, Luisa la rimproverò dolcemente: «Che ti prende? A quest’ora poi… sveglierai tutti nel palazzo!».
«No, non tutti dormono» replicò calma Alessandra.
Luisa sospirò: «E tu come fai a saperlo? E poi che significa? Anche se ci fosse solo una persona che dorme sarebbe abbastanza».

martedì 3 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABA di Ivano Landi



Luisa poi la guardò passare davanti a lei con passo svelto e sparire dal lato opposto della stanza. Tese poi l’orecchio per sentire i suoni che provenivano dalla cucina. Ecco che Alessandra apriva e richiudeva la porta del frigo; poi prendeva un bicchiere dalla credenza, lo posava sul tavolo e lo riempiva con uno dei suoi succhi di frutta…  
Una delle tante cose di Alessandra di cui Luisa non poteva fare a meno di stupirsi era che suonasse il violoncello. Non si considerava certo un’esperta di musica, soprattutto classica, ma spontaneamente lei associava  nella sua immaginazione quello strumento a una figura molto diversa da quella della sua inquilina. Pensava a una donna o ragazza alta, dal volto ovale, dai capelli corvini e magari dall’espressione malinconica. Sapeva però che si trattava solo di una suggestione provocata dalla particolare timbrica del violoncello, così cupa e misteriosa almeno nel suo registro grave. C’era poi il discorso delle dimensioni: Luisa cercava di immaginarsi Alessandra che lo suonava da seduta e la vedeva quasi scomparire dietro lo strumento.

lunedì 2 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAAB di Ivano Landi



Luisa lesse la fiaba tutta di un fiato, poi sorrise. Sorrise davanti alla sua ingenuità di bambina ma anche alla sua ingenuità di adesso. Cosa si aspettava? Di provare gli stessi brividi di allora? Chiuse comunque gli occhi e cercò di tornare con il ricordo ai giorni della sua infanzia. Soprattutto cercò di rievocare dentro di sé la voce della nonna mentre le raccontava proprio quella storia. Si ritrovò invece a pensare al giorno di dodici anni prima in cui finalmente si convinse ad andare a trovarla in ospedale. Troppo tardi però, perché era già in coma. E per giunta con la pelle tutta gialla e incartapecorita, trasparente quasi.