Sono giunto alla fine del tunnel, trovando finalmente
quelli che sapevo essere i miei contemporanei. È così buffo non ricordare il
mio nome e cosa ho fatto nella mia vita, ma sapere com'ero stato, quando ero
vissuto, forse pure dove.
«Sì, anche dove, in Europa di certo» mi sono detto a
mezza voce.
Un sorriso involontario mi ha increspato le labbra.
Fisso quelle figure subito prima dell'uscita, con
occhio critico. Più le fisso e meno mi piacciono: mi ricordano zombies.
«Pure delle creature fantasy, mi ricordo?» sbotto
contro me stesso.
Magari è solo un incubo. O forse sono in coma? Sento
nella mia testa una lontana eco di una voce tanto familiare quanto sconosciuta
che mi dice: «Mi raccomando, se sei in un tunnel rimani lontano dalla luce».
«Facile a dirsi, ma io qui ora che faccio?».
Ero a un bivio poco prima e ora sono innanzi a un
altro. Proseguire o ritornare? Se ricordassi il nome, morirei o uscirei dal
coma? In più, c'é una luce intrinseca in ogni cosa, qui.
In verità sono consapevole di aver già scelto la porta
e di non poter tornare indietro: se avessi dei dubbi, mi basterebbe voltarmi
per constatare, come una parte di me già ha intuito, che la porta non c'è più.
Tutto sommato, è un bivio con una scelta obbligata: proseguire.
«Strano» mi sussurro «non credo di essere mai stato
molto determinato in vita mia. Che questo sia il mio purgatorio? Che io sia
morto sul serio?».
Sospiro. È ora di finirla con tutto questo. Se c'è un
posto dove tornare, prima o poi riuscirò a raggiungerlo. Se c'è solo un posto
dove andare, altrettanto. Sempre ammesso che riscopra il mio nome. Altrimenti,
be', le facce intagliate lì non sembrano poi così minacciose, una volta
abituati: avrei compagnia per l'eternità.
Con quel pensiero, che tento di trovare incoraggiante,
mi spingo, o forse costringo, al di là dell'ultima scena, verso il muro di luce
oltre a essa.
Questa parte del labirinto è stata
scritta da Maria Todesco, gestrice del blog omonimo
e autrice della raccolta poetica Cristalli
di vita.
Ecco cosa puoi fare
adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- La vista di una donna è sempre stimolante per un uomo, anche quando è clinicamente morto, o sospeso in coma farmacologico, o in procinto di trasformarsi in uno zombie, o qualunque altra cosa (se sapessi quale esattamente sarebbe meglio, ma ancora non l’ho capito).Una donna, esatto. Dietro la luce c’era una donna. Una donna di un biancore esagerato: non un biancore di pelle umana, ma addirittura eburneo, come di alabastro vero, marmo per statue. La osservo e dopo un attimo mi viene in mente, ma sì, una figura sacra della mitologia tibetana: una tara. [continua] (vai allaparte ABCAA di Ariano Geta, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza e coraggio,
l'avventura nel dedalo continua!
Attenzione:
lo spazio dei commenti qui sotto può essere usato per fare commenti
tecnico/stilistici o di gradimento sulla parte in sé, non per scrivere
continuazioni.
Interessante come continuazione. Stavo valutando l'idea di scrivere un pezzo aggiuntivo, ma sono contento di aver aspettato almeno si è inserito un nuovo elemento con nuovi spunti...
RispondiEliminaOh, bene! Puoi riprendere da qui o continuare il filone dal punto precedente. Aspetto novità!
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