sabato 31 agosto 2013

Parte ABCAAA di Maria Todesco


Vorrei chiederle altro, ma la luce si fa ancora più intensa per pochi istanti. Quando diminuisce, il bagliore diventa ugualmente diffuso e della tara non vi è più traccia.
Devo seguire la mia ispirazione, ha detto. Devo giungere all'oscurità.
Io che vado verso l'oscurità? Mi suona impossibile. Dal più banale timore del buio alla più matura paura per la violenza, mai mi sono sporto verso l'oscurità. Perlomeno credo. In ogni caso ho già constatato che la mia opportunità di scelta è solo astratta.
Mi guardo attorno. In quel fulgore senza fine, in quella sorta di bianca stanza senza muri o segni, dove avrei dovuto andare? Dov'era l'oscurità?
Un pensiero banale mi attraversa la mente: dove c'è luce c'è ombra. La mia anima, immersa in quel biancore, produce forse dell'oscurità?
Come se fossi sotto al solo di mezzogiorno, mi guardo i piedi: eccola, tenue ma solida, una macchia scura d'oscurità sotto di me.
Sento l'angoscia assalirmi e ai miei occhi quella macchia si dilata, diviene più marcata. Mi sta ingoiando e mi accorgo di tremare. Gli occhi mi stanno forse pungendo per l'imminente pianto? Anche in vita crollavo con così poco?
Nel momento in cui il buio mi avviluppa e mi strattona verso il basso, la risposta è chiara: sì, ero debole e codardo fino a quel punto.
Urlando mi sento precipitare, ora circondato da un buio talmente intenso da essere accecante come la luce stessa. Eppure, come prima, vedo lo stesso. E lì, innanzi a me come se fosse un'altra anima appena pulsante in quell'oscurità altrimenti totale, vi è la cosa più terribile che io abbia mai visto: un candido cavallo, con sfumature grigiastre, tanto magro da contargli le costole e da vederne i denti senza che esso li mostri. Sta ritto e mi fissa. Mi scruta, con le sue orbite quasi vuote, poderoso e pregnante di cattivi presagi, sulle sue tre zampe. Sì, tre, solo tre, muovendo la coda irrequieto. Sembra un emissario di morte e un altro ricordo scatta nella mia mente: Helhest è il cavallo infernale, portatore di malattia e morte per i vivi, guida delle anime dopo il trapasso.
Evidentemente in passato la mia passione si era rivolta un po' a tutte le mitologie visto che ricordavo che Helhest fosse della cultura norrena.
Ma io, ora, cosa dovrei fare? Voglio e non voglio sapere cosa ci fa in quel luogo questa creatura raggelante.
Helhest si avvia verso la zona opposta rispetto a me. Nuovamente, sento che la mia unica scelta sia seguirla per non perdermi per sempre in quell'infinita tenebra.



Questa parte del labirinto è stata scritta da Maria Todesco, gestrice del blog omonimo e autrice della raccolta poetica Cristalli di vita.




Ecco cosa puoi fare adesso...
  • Poi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
    • Al momento non ci sono alternative, mi dispiace...
  • Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente  (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!



Attenzione: lo spazio dei commenti qui sotto può essere usato per fare commenti tecnico/stilistici o di gradimento sulla parte in sé, non per scrivere continuazioni. 



2 commenti:

  1. Contatto fra due diverse mitologie in una fase di non-vita... il bivio diventa sempre più stimolante...

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    1. Confesso di essere molto stupita anch'io. Ogni pezzo del dedalo mi sorprende!

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