Luisa lesse la fiaba tutta di un fiato, poi sorrise.
Sorrise davanti alla sua ingenuità di bambina ma anche alla sua ingenuità di
adesso. Cosa si aspettava? Di provare gli stessi brividi di allora? Chiuse
comunque gli occhi e cercò di tornare con il ricordo ai giorni della sua
infanzia. Soprattutto cercò di rievocare dentro di sé la voce della nonna
mentre le raccontava proprio quella storia. Si ritrovò invece a pensare al
giorno di dodici anni prima in cui finalmente si convinse ad andare a trovarla
in ospedale. Troppo tardi però, perché era già in coma. E per giunta con la
pelle tutta gialla e incartapecorita, trasparente quasi.
Avrebbe dovuto provare dolore allora, per la morte di
quella che era stata la sua nonna preferita. Ma quelli erano per lei gli anni
dell’indifferenza, gli anni difficili
come li definiva sua madre, gli anni in cui esercitava il distacco dalla sua
famiglia. Solo che non voleva pensare a ciò in quel momento. Sospirando,
riaprì gli occhi e li puntò di nuovo verso il pc. Vide che era già entrato in
stand-by e sfiorò così il mouse per fare riapparire il file con Zio Lupo.
Un’altra cosa che aveva scoperto il giorno prima: la
fiaba era romagnola, proprio come sua nonna che era nata a Monghidoro, un paese
a poca distanza da Bologna. Questo spiegava perché la conoscesse.
E a proposito di Monghidoro, un’estate vi aveva
trascorso un periodo di vacanza in compagnia di sua madre e della nonna e aveva
scoperto che era il posto che aveva dato i natali a Gianni Morandi. Una volta
era riuscita anche a vederlo, seduto al bar con gli amici. Certo, vedere Kurt
Cobain o Freddie Mercury le avrebbe fatto tutt’altro effetto, ma dovevano già
essere entrambi morti all’epoca e casomai si sarebbe trattato dei loro
fantasmi. A quel punto ebbe un sussulto: di nuovo un pensiero a cui non sarebbe
mai arrivata seguendo i suoi normali percorsi mentali e ancora una volta collegato
alla morte, come quello di poco prima con sua nonna. Che cosa le stava
succedendo? La lettura di Zio Lupo
aveva forse avuto un effetto al di là della sua comprensione? O c’entrava
qualcosa la conferenza sui tarocchi? A questo punto era anche un po’
preoccupata per la possibile piega che avrebbero assunto i suoi sogni: si
sarebbe forse svegliata nel cuore della notte in un bagno di sudore e col
batticuore?
Fu in quel momento che ebbe l’impulso di guardare in
direzione del corridoio. La porta era aperta e nella sua cornice si delineava
il contorno di una figura minuta, alta forse un metro e cinquanta ma ben
proporzionata. La debole luce della stanza ne traeva appena dall’ombra il
fragile contorno come anche sprazzi dei folti ricci biondi e del tessuto bianco
del pigiama.
«Alessandra… non mi aspettavo di vederti. Mi hai un po’
spaventata» scherzò Luisa.
Per qualche motivo la sua strana figura le apparve
invece, in quel momento, rassicurante.
«Vado in cucina a bere» disse l'altra, in tutta
risposta.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco cosa puoi fare
adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Luisa poi la guardò passare davanti a lei con passo svelto e sparire dal lato opposto della stanza. Tese poi l’orecchio per sentire i suoni che provenivano dalla cucina. Ecco che Alessandra apriva e richiudeva la porta del frigo; poi prendeva un bicchiere dalla credenza, lo posava sul tavolo e lo riempiva con uno dei suoi succhi di frutta…Una delle tante cose di Alessandra di cui Luisa non poteva fare a meno di stupirsi era che suonasse il violoncello. Non si considerava certo un’esperta di musica, soprattutto classica, ma spontaneamente lei associava nella sua immaginazione quello strumento a una figura molto diversa da quella della sua inquilina. [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABA di Ivano Landi, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
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Forza e coraggio,
l'avventura nel dedalo continua!
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