martedì 3 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAABA di Ivano Landi



Luisa poi la guardò passare davanti a lei con passo svelto e sparire dal lato opposto della stanza. Tese poi l’orecchio per sentire i suoni che provenivano dalla cucina. Ecco che Alessandra apriva e richiudeva la porta del frigo; poi prendeva un bicchiere dalla credenza, lo posava sul tavolo e lo riempiva con uno dei suoi succhi di frutta…  
Una delle tante cose di Alessandra di cui Luisa non poteva fare a meno di stupirsi era che suonasse il violoncello. Non si considerava certo un’esperta di musica, soprattutto classica, ma spontaneamente lei associava  nella sua immaginazione quello strumento a una figura molto diversa da quella della sua inquilina. Pensava a una donna o ragazza alta, dal volto ovale, dai capelli corvini e magari dall’espressione malinconica. Sapeva però che si trattava solo di una suggestione provocata dalla particolare timbrica del violoncello, così cupa e misteriosa almeno nel suo registro grave. C’era poi il discorso delle dimensioni: Luisa cercava di immaginarsi Alessandra che lo suonava da seduta e la vedeva quasi scomparire dietro lo strumento.
In quel momento la ragazza rientrò nella stanza e con lo stesso passo svelto di prima si avviò verso il corridoio. Non era certo la prima volta che lo faceva sotto i suoi occhi, ma era la prima volta che Luisa sentiva di doverla fermare, in un modo nell’altro.
«Alessandra!» esclamò con forza, quasi contasse sul potere del suono della parola per impedirle di lasciare la stanza.
In un certo senso fu quello che accadde, perché la ragazza si arrestò all’istante. Poi si volse lentamente a guardarla.
«Ti piacciono le fiabe?» continuò Luisa, quando i loro sguardi si incontrarono.
Alessandra rimase per alcuni istanti immobile a guardarla in silenzio con i suoi grandi occhi azzurri, poi finalmente si decise a rispondere: «Sì».
Luisa era perplessa. Qualcosa non andava in quella risposta, come anche nell’espressione del volto della ragazza. Avrebbe dovuto chiedere perché le faceva quella domanda, no? Almeno lei, al posto suo, avrebbe accompagnato la sua risposta con una domanda: «Sì, perché?» avrebbe detto. 
O, al limite, avrebbe condito il suo con un punto interrogativo negli occhi.  
Va be’, pensò ancora Luisa, ognuno è fatto a modo suo.
«Posso leggertene una?» aggiunse.
Stavolta la ragazza annuì semplicemente con un cenno della testa. Un cenno neutro, avrebbe detto ancora Luisa, né esitante né deciso.
«Si intitola Zio Lupo. A me la raccontava mia nonna. Ascolta».
Solo che in quel momento Luisa si sentì precipitare, suo malgrado, nell’imbarazzo. In fondo, davanti a lei ad ascoltarla c’era pur sempre una musicista, cioè una persona perfettamente in grado di giudicare le qualità di una voce, le sue sfumature espressive, la dizione... E si rendeva anche conto, allo stesso tempo, di desiderare terribilmente di fare bella figura con la sua inquilina. D’altronde aveva dovuto improvvisare e leggerle la fiaba che aveva sotto il naso era la sola idea che le fosse venuta lì per lì.
Raccolse così tutto il suo coraggio e iniziò a leggere.




Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve et Coagula.



Ecco cosa puoi fare adesso...

  • Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
    • Un lungo e accalorato applauso: fu questa la reazione, del tutto imprevista, dell’ascoltatrice al termine della lettura.
      Non appena si fu ripresa dallo stupore, Luisa la rimproverò dolcemente: «Che ti prende? A quest’ora poi… sveglierai tutti nel palazzo!».
      «No, non tutti dormono» replicò calma Alessandra.
      Luisa sospirò: «E tu come fai a saperlo? E poi che significa? Anche se ci fosse solo una persona che dorme sarebbe abbastanza».
      Si interruppe. Ma cosa stava facendo? Cercando di farla ragionare? Era quasi certa che le sue parole stessero cadendo nel vuoto, nel vuoto di una voragine di cui ancora non era in grado di definire la vera estensione. [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAA di Ivano Landi, clicca sul link)
  • Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente  (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.


Forza e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!



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