«Puoi
aspettare solo un momento Giuli? Devo togliere urgentemente una cosa dal fuoco…
vado e torno!».
E senza neanche aspettare la risposta
dell’amica, Luisa corse alla porta del bagno.
«Alessandra, sei ancora lì?» chiese,
mentre bussava.
Non ottenendo risposta, abbassò la
maniglia e aprì la porta per quel tanto che le bastò ad avere la conferma che
il piccolo locale era effettivamente vuoto. Com’era prevedibile, la ragazza
aveva approfittato della telefonata per rifugiarsi nella sua stanza.
Meglio così, si disse Luisa, che tornò di corsa
al suo cellulare.
«Ci sono, ci sono…». Dal tono
della voce era evidente che l’amica non aveva gradito l’interruzione.
«Allora?» continuò Giulia. «Cosa hai
deciso? Non ho intenzione di stare al cellulare in eterno».
«Ho deciso che vengo con voi» le
rispose Luisa «ma a una condizione».
«Quale condizione?»
«Che cancelli dal tuo vocabolario le
parole Imperatore e Imperatrice.
Al minimo accenno a quella storia prendo il primo quadro che mi capita a tiro e
lo trasformo in una collana facendoci passare attraverso la tua testa».
«Ricevuto. Ti aspettiamo qui sotto?».
«No, salite. Devo prima aggiustarmi un
po’… mica mi aspettavo di dover uscire».
Li attese quindi sul pianerottolo, con
crescente nervosismo man mano che udiva più forte il suono dei loro passi in
avvicinamento, gradino dopo gradino. Si chiedeva se stesse davvero facendo la
cosa giusta. Magari lui, durante o dopo la conferenza, si era creato delle
aspettative e lei, aprendogli la sua casa fin dal primo giorno, rischiava di
foraggiarle senza volerlo.
Ma quando poi, dopo alcuni istanti, si
trovò effettivamente davanti per la seconda volta il cosiddetto Imperatore, non
ci mise molto a capire che le sue paure erano del tutto ingiustificate.
Fabrizio, così si presentò, era esattamente timido come se lo ricordava: faceva
persino fatica a parlare e la salutò dalla distanza di almeno un metro con un
mezzo inchino in stile giapponese. Se davvero aveva delle intenzioni su di lei,
pensò Luisa, non c’era dubbio che avrebbe impiegato un paio di secoli a
manifestarle. Quindi, almeno per il momento, poteva ritenersi al sicuro.
In compenso, era fisicamente
abbastanza diverso da come lo ricordava. Non era particolarmente alto e anche
il suo profilo era meno da rapace di quello che lei aveva in mente. Si trovò
così costretta a ridisegnarsi in quattro e quattr’otto la sua immagine mentale:
da beccamorto a… a niente. Non voleva dare altri giudizi affrettati e avrebbe
atteso di conoscerlo meglio, se era destino che dovessero conoscersi meglio. Su
una cosa tuttavia Luisa non aveva dubbi: per quanto lei potesse mutare il suo
giudizio, mai e poi mai si sarebbe compiuto il capovolgimento completo che avrebbe
potuto, con il tempo, farle apparire Fabrizio a tutti gli effetti come l’Imperatore.
Perché, se anche una volta lui fosse stato davvero tale, doveva essere finito
vittima di un sortilegio del genere di quelli che nelle favole facevano
tramutare i principi in rospi. E lei dubitava molto che un semplice bacio
sarebbe servito a qualcosa.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- «Intanto che io mi preparo voi fate quello che volete» disse Luisa ai suoi due ospiti «avete cucina e soggiorno a vostra completa disposizione…».«Giulia conosce tutto di questa casa» aggiunse rivolta a Fabrizio.«Quasi tutto, per la verità» obiettò Giulia «vedi quella porta laggiù in fondo al corridoio accanto all’ingresso?».«Sì, certo che la vedo» replicò lui.Giulia a quel punto prima rise, poi modulò la sua voce su un tono di mistero: «Bene. Quella è la stanza della mummia egizia». [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link).
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- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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