Le acque
sembravano essersi di nuovo acquietate, almeno esteriormente. Per essere più
vicini al vero, però, sarebbe stato molto più corretto dire che tragedie e
commedie erano tornate a svolgersi, in massima parte, sul palcoscenico del suo
teatro interiore. Un palcoscenico in cui lei, Luisa, la protagonista, rischiava
continuamente di essere spinta sullo sfondo da una moltitudine di comparse.
Era in ogni caso da un po’ di tempo,
grazie alle sue letture ma anche in base alle sue riflessioni interiori, che si
era formata un’idea abbastanza chiara sulla stretta relazione esistente tra
nevrosi e vita sessuale.
Aveva compreso che esistevano pensieri di serie A e
pensieri di serie B come anche di serie Zeta, a seconda della distanza che li
separava dal sentimento o dalla loro utilità pratica nelle cose della vita. Aveva
capito inoltre che un’attività sessuale regolare e appagante faceva sì che
quegli stessi pensieri fluissero come le correnti di un fiume nel loro letto,
più o meno calme o agitate, ma senza straripare. Le sue ultime esperienze
sessuali risalivano però a oltre un anno prima ed erano state nel loro insieme
così poco soddisfacenti da convincerla che fosse meglio per lei che per un po’
si concentrasse su altro. Una delle conseguenze di questa scelta era stata appunto il
deragliamento del flusso dei suoi pensieri, che aveva rotto gli argini come mai
prima nella sua mente. Avere un lavoro sarebbe forse servito a qualcosa, almeno
secondo il famoso detto popolare: Il
lavoro tiene alla larga il diavolo, ma lei un lavoro non ce l’aveva
e il diavolo aveva avuto via libera e le si era avvicinato a grandi passi,
proprio come lo Zio Lupo della fiaba.
Si chiese, a quel punto, se non
dovesse considerare tutt’altro che un caso che Fabrizio fosse comparso nella
sua vita proprio nel momento in cui lui stava dipingendo quel particolare
Arcano. Doveva essere invece, pensò, un chiaro messaggio da parte dell’esistenza:
Il diavolo l’aveva ormai raggiunta perché lei non aveva fatto nulla per
impedirlo.
Ma il diavolo non si era limitato a
entrare nella sua vita nella forma di una comune nevrosi o in quella, tutto
sommato innocua, di un dipinto. Per
questo negli ultimi tre giorni aveva passato delle ore a fare ricerche in
internet sul tema del lesbismo. Aveva cercato soprattutto nei blog e nei forum
e, alla fine, al di là dei pareri discordanti, si era creata una sua sintesi
personale che, in attesa di conferme o smentite, le sembrava facesse al caso
suo.
L’opinione predominante era che
lesbiche si nasce e non si diventa e che già al momento del primo risveglio
sessuale la cosa è in genere abbastanza chiara, ma c’erano delle eccezioni che
stabilivano come, soprattutto a causa dell’educazione ricevuta o di un
adattamento imitativo alle norme sociali, fosse anche possibile rimanere
all’oscuro a lungo sulla realtà della propria identità sessuale.
Luisa era, per fortuna,
sufficientemente sveglia da comprendere che non vi era niente di collegato alla
morale sessuale in questo suo corso di pensieri.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Anzi, dal suo punto di vista, la morale sessuale l’aveva sempre riguardata quanto la storia geologica delle rocce su cui si trovava a saltare poteva riguardare una capra di montagna. Quindi la domanda era: perché l’idea di provare attrazione per la sua inquilina la disturbava così tanto? Forse perché sapeva istintivamente che le cose non dovevano essere così e che doveva cercare altrove la spiegazione di quanto le stava accadendo?
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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