venerdì 18 ottobre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Leggerli tutti e quattro dall’inizio alla fine era stato un po’ come scalare una catena formata da quattro montagne, ma era servito allo scopo: mantenerla abbastanza a lungo in un mondo a parte, preservandola da questo. E proprio quando più le era stato necessario.


Trascorse quindi l’ora successiva dividendosi tra la sua stanza e la cucina, tra le pagine di Follia e i fornelli, finché a un certo punto, aprendo il frigo, non le cadde l’occhio sui cartoni tetrapack dei succhi di frutta di Alessandra. Come sempre erano tre e di tre gusti diversi. E non importava quanto indietro si sforzasse di spingersi con la memoria: nel suo frigo aveva sempre visto quei tre contenitori, sempre uguali e sempre nella stessa posizione. Possibile, si chiese, che un essere umano potesse raggiungere livelli di abitudine maniacali al punto da sostituire ogni volta un succo esaurito con uno identico? E dove finivano poi, una volta svuotati, dal momento che non ne aveva mai visto uno nell’apposito cestino per il riciclo, sotto l’acquaio? Rimase per alcuni istanti immobile, pensierosa, poi scrollò di spalle e richiuse il frigo. In fondo, non erano fatti suoi.
Si ricordo però, subito dopo, dello strano liquido color verde brillante che aveva visto bere alla sua inquilina pochi giorni prima e si chiese a quale dei tre cartoni potesse mai corrispondere. Forse, dopotutto, valeva la pena di approfondire la cosa.  E stava appunto per riaprire il frigo, quando si rese improvvisamente conto di non essere più sola nella stanza. Si voltò di scatto e si trovò di fronte proprio lei, Alessandra. E chi, altrimenti?
Si immobilizzò di colpo: «Ciao, non mi ero accorto che eri entrata» esclamò imbarazzata.
«Ciao» rispose semplicemente l’altra.
Luisa si sentiva in realtà come colta con le mani nel sacco, nonostante non avesse avuto il tempo di fare nulla che potesse giustificare quella sensazione. Ma aveva la vaga impressione che la sua inquilina potesse, in qualche modo misterioso, aver subodorato le sue intenzioni. Il fatto poi che la ragazza si trovasse in cucina nello stesso momento in cui c’era lei, quando di solito evitava di farlo, sembrava esserne la conferma.
«Posso?» disse all’improvviso Alessandra, indicando il frigo.
«Oh, ma certo, scusa…» rispose Luisa, scostandosi all’istante e tornando con un balzo ai suoi fornelli.
Cercò comunque di seguire, con la coda dell’occhio, i movimenti della ragazza, ma senza in realtà riuscirvi perché lo sportello aperto del frigorifero la riparava a sufficienza dalla sua vista. La udì soltanto versare il liquido nel bicchiere e berlo.
Ma quando aveva poi avuto il tempo di prendere il bicchiere dalla credenza?, si domandò ancora Luisa, E per di più senza farsene accorgere?
Alessandra lavò quindi velocemente il suo bicchiere prima di uscire nuovamente dalla stanza, lasciandolo posato rovesciato sul ripiano dell’acquaio. Luisa lo guardò allora fisso per alcuni istanti, scendendo dentro di sé nel tentativo di ritrovare almeno l’ombra dello stimolo che l’aveva portata, non molti giorni prima, a incollarvi le sue labbra, a imitazione o surrogato del bacio. 



Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve et Coagula.



Ecco cosa puoi fare adesso...

  • Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
    • Ma senza successo. Dunque era stato veramente un raptus, si disse, scuotendo la testa. Ma come e perché si era originato? Non sapeva proprio cosa pensare…
      Subito dopo cena, accese il pc e si collegò a internet. Scaricò la posta e controllò se, tra notifiche dei social network e promozioni di vario genere, vi fosse già anche la mail di Giulia. [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
  • Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente  (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.


Forza e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!



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