Era
entrato in ufficio come tutte le altre mattine, lo sguardo basso e un po’
assente. La ragazza alla reception lo aveva salutato distrattamente, senza
nemmeno alzare lo sguardo dal suo cellulare. Sembrava una posseduta, rifletté
proseguendo verso gli ascensori. Non sopportava più quell’edificio e le persone
che lo frequentavano, così come non sopportava la gente della palestra e quella
del cineclub a cui si era iscritto senza troppa convinzione. Avrebbe voluto
essere da tutt’altra parte, magari a crogiolare al sole in un’isola tropicale,
ma quel giorno era lì, come il giorno prima e quello prima ancora. Premette il
pulsante di chiamata. Alcuni sconosciuti andavano e venivano alle sue spalle,
inconsapevoli attori di quell’assurdo spettacolo che era diventato il mondo del
business. L’apertura delle porte era stata annunciata da quel solito odioso
bling-blong, ultimo baluardo di una tecnologia che apparteneva ormai a un
lontano passato. Stava per muovere un passo in avanti quando sentì alle sue
spalle giungere trafelata la Silvia dell’ufficio acquisti, che con una spallata
lo spostò di lato e, sgarbatamente, si infilò rapidamente nell’ascensore prima
di lui.
Lui,
che avrebbe dovuto fermarsi al secondo, non osò replicare. La Silvia
dell’ufficio acquisti lo metteva in soggezione: così alta, bella e sicura di sé. Per
quattro lunghi piani cercò di tenere il suo sguardo lontano dalla generosa
scollatura dell’imponente amazzone ma, accidenti, era un’impresa dannatamente
difficile. Quando l’ascensore sbarcò al piano, la ragazza si dileguò
immediatamente, senza una parola. Lui sospirò e, dopo un attimo di esitazione,
rivolse lo sguardo alla pulsantiera alla sua destra.
Questa parte del labirinto è stata scritta da The
Obsidian Mirror, gestore dell'omonimo blog.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Aveva premuto il pulsante del secondo piano, ma, proprio nell'istante in cui le porte si stavano chiudendo, una ragazza sgusciò all'interno. Minuta e bruna, aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo e indossava una giacca blu su un paio di jeans. Le dedicò uno sguardo, una frazione di secondo: non aveva proprio niente di speciale, niente che gli desse motivo di guardarla per un momento di più.Quando le porte dell'ascensore si aprirono e davanti ai suoi occhi apparve l'open space dove avrebbe dovuto trascorrere il resto della giornata, fece per uscire, scontrandosi violentemente con la ragazza. [continua] (vai alla parte AEA di Belle, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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