La sala concerto era al piano superiore del Circolo ed
era una stanza piuttosto ampia, che ospitava anche la sede di un cineclub. Vi
erano per questo appesi alle pareti poster e locandine cinematografiche,
oltre a foto di divi del cinema del passato, tutti congelati nel rigor mortis delle scene che li avevano consegnati
alla storia.
Luisa,
che fu tra i primi del pubblico a fare ingresso nel locale, scelse di sedersi
al centro della seconda di una dozzina di file di sedie. A pochi metri da lei,
su una pedana in legno rialzata forse di trenta centimetri sopra il livello del
pavimento, trovavano posto un pianoforte a coda e due leggii per spartiti.
Appena
si fu seduta, Luisa lanciò subito
un’occhiata nervosa al suo orologio da polso. Che era, fra parentesi, un
oggetto di cui andava orgogliosa: un Breil che le era stato regalato in occasione
della sua prima comunione e che indossava solo durante le uscite speciali o
quando sapeva di non poter disporre del suo cellulare. Vide che mancavano pochi
minuti alle 21.15, l’ora prevista per l’inizio del concerto, e, di conseguenza,
poco più di quindici minuti all’ora in cui Giulia doveva incontrare Eva Luna.
Si chiese se sarebbe veramente riuscita, dopo quell’ora, a concentrarsi solo
sulla musica o se non avrebbe piuttosto continuato, suo malgrado, a porsi
domande su quello che avveniva nel frattempo al Ragnarock.
Cercò
intanto di pensare ad altro, per rilassarsi e diminuire la pressione
dell’aspettativa. Cominciò così a interrogarsi su Alessandra e su quale e
quanta parte avesse avuto nel definire il progetto di quella particolare
serata. Era stata lei a chiedere di suonare in quel posto o erano stati i suoi
insegnanti del conservatorio a decidere che dovesse esibirsi?, si chiese. Era forse così che familiarizzavano i
loro allievi con le esecuzioni in pubblico, in vista di eventuali future
esibizioni professionali nei templi della musica?
In
quanto ai possibili introiti che poteva ricavarne, Luisa sospettava che il
meccanismo di pagamento fosse analogo a quello che le aveva spiegato la sua
amica Giulia, a proposito dei suoi spettacoli di danza del ventre. Anche lei si
esibiva talvolta in quel genere di posti e otteneva un cosiddetto rimborso
spese che, se in certi casi era
appena sufficiente a coprire la spesa della benzina e di una pizza, in altri
più fortunati assomigliava a un vero e proprio cachet d’ingaggio. Le aveva
anche raccontato di aver ottenuto, una volta, un rimborso spese di 200 euro per
una sola serata e ci mancò poco che svenisse quando le avevano messo i soldi in mano.
Ma ecco che alle 21.15 in punto, Luisa fu distratta dai
suoi pensieri in libertà dalla salita sul palco di un uomo robusto, barbuto e
sulla cinquantina, che aveva il compito di introdurre brevemente il concerto ma
soprattutto di richiamare l’attenzione del pubblico sulle regole da rispettare.
Sulla necessità, prima di tutto, di astenersi da qualsiasi tipo di rumore
durante l’esecuzione dei brani.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Applausi e colpi di tosse dovevano essere circoscritti alle pause tra un brano e l’altro, mentre era obbligatorio che i cellulari rimanessero spenti per tutto il tempo. Dopodiché, esaurito il suo ruolo, l’uomo scese dal palco e si sedette su una sedia in prossimità dell’ingresso principale.Seguirono altri secondi di immobilità e di silenzio, che furono finalmente interrotti dall’ingresso, tra gli applausi, delle tre musiciste. [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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