«Che ne dici se per stasera finiamo qui, Lu’?» disse al
termine delle sue riflessioni «Sono stanca e vorrei andare a casa. Possiamo
riprendere il discorso in un altro momento, magari domani, durante
la cena».
Luisa rifletté un momento: «Sai
che forse non è una cattiva idea, la tua? Fabrizio potrebbe avere qualche altro
elemento utile…».
Luisa capiva perfettamente il punto di vista
dell’amica. Il problema era che, prima di poter spiegare le cose agli altri,
avrebbe dovuto essere lei in grado di spiegarle a se stessa. Decise comunque di
fare almeno un tentativo.
«Il punto» cominciò «è che, e credo ci sia questo alla base di tutto,
sto avendo degli strani ricordi legati alla mia infanzia…».
«Strani in che senso?» la interruppe
Giulia.
Luisa guardò l’amica in volto. Quello che le stava
offrendo, pensò, doveva andare anche al di là delle sue aspettative ed era fin
troppo evidente che il suo interesse si stava non solo risvegliando ma stava
anche assumendo una coloritura di tipo, per così dire, professionale.
«Ti ricordo che non sei la mia psicanalista» osservò «e
inoltre non sei neppure laureata».
«Lo so benissimo» replicò Giulia «e, che
tu mi creda o no, ti
sto ascoltando solo da amica».
Luisa storse la bocca dubbiosa, poi, dopo una breve
esitazione, riprese a parlare: «Durante il concerto di
Alessandra, per esempio, credevo di essermi addormentata e di avere sognato».
«Credevi?».
«Sì, credevo. Perché poi mi sono accorta che non si
trattava di un sogno ma di un vero e proprio ricordo. Mi sono rivista insieme a
mia nonna nella campagna dietro alla sua casa e tutto era fedele alla realtà:
la radura, la vecchia casa abbandonata, l’erba gattaia, i moscon d’oro; poi,
però, a un certo punto devo essermi addormentata davvero e avere sognato,
perché, tutto a un tratto, la nonna non c’era più e io stavo attraversando un
varco nella recinzione per entrare nella casa abbandonata. E questo» concluse
Luisa «non ricordo sia mai successo».
«Secondo me invece è stato tutto un sogno» replicò
Giulia «è normale che nei sogni ci sia un miscuglio di realtà e fantasia, non
c’è bisogno di essere laureati per saperlo. Inoltre» aggiunse «potresti
semplicemente avere adattato i tuoi ricordi al tuo sogno correggendo le
differenze».
Luisa rifletté sulle parole dell’amica. Erano
indubbiamente parole dotate di un senso, ma sapevano troppo di parti di manuale
imparate a memoria e, per quanto si sforzasse, non riusciva a trovarle
convincenti. In ogni caso sapeva che neanche lei sarebbe riuscita a convincere
l’amica di qualcosa, non quella sera almeno.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- «Ok, Giuli, direi che per stasera abbiamo parlato abbastanza. È già mezzanotte, andiamo pure» disse infine alzandosi da sedere.«Non dimentichi qualcosa?» replicò Giulia.Luisa prima si guardò intorno, poi lanciò all’amica un’occhiata interrogativa.«Non hai risposto alle mie due domande. Primo: perché mi hai mandata a chiedere notizie sulle Hel? Secondo: cosa pensavi ci fosse nella stanza sul retro? Inoltre non mi hai detto cosa ha a che fare tutto questo con quello che mi hai appena raccontato sui tuoi sogni o lontani ricordi. Non riesco a vedere nessun collegamento». [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
Attenzione: lo spazio dei commenti qui sotto
può essere usato per fare commenti tecnico/stilistici o di gradimento sulla
parte in sé, non per scrivere continuazioni.
Nessun commento:
Posta un commento
Che cosa ne pensi di questa parte del dedalo?