«Ciao».
«Ciao» le rispose Alessandra senza però rallentare la
sua andatura. Un attimo ed era già fuori dalla vista, oltre la soglia della
stanza.
Luisa decise di tentare ancora una volta la strada del
dialogo: «Avrei voglia di venire a uno dei tuoi concerti» gridò per farsi
sentire dalla cucina «ne hai qualcuno in programma?».
«No, nessuno» le gridò l’altra di rimando.
E adesso?, pensò Luisa. All’improvviso si
sentiva la mente come paralizzata e disse la prima cosa che le venne in mente:
una banalità assoluta, come si rese conto subito dopo.
«È molto freddo fuori? Ho una mezza idea di uscire».
Ok, pensò ancora Luisa, se è il gioco duro che
vuoi, avrai il gioco duro.
Si alzò e raggiunse la soglia della stanza, che non
coincideva però ancora con la soglia d’ingesso della cucina. Tra le due stanze
c’era infatti un piccolo spazio, più alto che lungo, su cui si affacciava
la porta del bagno.
Dalle loro rispettive posizioni avrebbero comunque
potuto, volendo, non solo parlare ma anche guardarsi negli occhi. Solo che
l’attenzione di Alessandra era all’apparenza tutta assorbita dal bicchiere che
teneva in mano e da cui stava bevendo, a piccoli sorsi, una bevanda color verde
acceso. Luisa pensò che dovesse trattarsi di un qualche tipo di bevanda
energetica poiché con il tempo si era quasi convinta, per quanto la cosa le
sembrasse pazzesca, che la sua inquilina si attenesse a una dieta alimentare
strettamente liquida. Ma l’organismo umano poteva sopravvivere in quel modo?
si chiese. Decise che poi, con calma, avrebbe fatto una ricerca su internet per
cercare di scoprirlo. Per il momento doveva solo attendere che la sua amica
finisse di bere e decidesse di lasciare la cucina. A quel punto non avrebbe
avuto altra scelta che passare da dove si trovava lei che, dal canto suo, non
si sarebbe minimamente sognata di farsi da parte. Che cosa sarebbe successo dopo
non riusciva proprio a immaginarlo, ma l’importante era che succedesse
qualcosa.
Se Alessandra avesse reagito in modo inconsulto, se
avesse cercato di colpirla… be’, allora lei, che era sicuramente più forte, le
avrebbe serrato la braccia, l'avrebbe spinta al muro o al suolo e poi… E poi
bastò la sola idea di quel possibile contatto perché Luisa sentisse
sprigionarsi in lei una violenta corrente di piacere, qualcosa di simile a un
torrente impetuoso che la lasciò quasi senza respiro e la fece fremere in ogni
cellula del suo corpo. Solo a fatica, per gradi, riuscì infine a riprendere il
controllo di se stessa.
Appena in tempo per vedere Alessandra che avanzava
decisa verso di lei, senza mostrare il minimo segno di preoccupazione per la
sua presenza. Luisa rimase sorpresa, ma non tanto quanto lo fu un istante dopo
quando la vide deviare bruscamente ad angolo retto, entrare nel bagno e
richiudersi subito la porta alle spalle.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco cosa puoi fare
adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Che cogliona che sono!, esclamò Luisa dentro di sé, non appena si fu ripresa dallo shock, mi sono fatta fregare come una cretina! E adesso che faccio?Già, cosa doveva fare adesso? Fermarsi era forse la cosa migliore, rifletté, sempre nella speranza che non fosse ormai troppo tardi e il suo rapporto con Alessandra già compromesso. Cercò di raccogliere le idee ed elaborare al più presto una exit strategy che salvasse capra e cavoli, ma proprio in quel momento sentì il suo cellulare squillare nella camera da letto.
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza e coraggio,
l'avventura nel dedalo continua!
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continuazioni.
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