La risposta di Fabrizio arrivò quello stesso
pomeriggio. Prendeva atto, da un lato, dell’incertezza di Luisa sulla
possibilità di presenziare o meno alla conferenza e accettava, dall’altro,
l’invito a cena. Si diceva inoltre lusingato che lei e Giulia avessero pensato
di coinvolgerlo nella loro cena, che erano delle vere amiche, che non si
aspettava tanto eccetera eccetera. La mail si chiudeva però con un’avvertenza
di cui Luisa non poteva non tenere conto:
Mi spiace crearti delle complicazioni, ma
io seguo una dieta alimentare rigorosamente vegan e devo perciò pregarti di non
cucinarmi né carne né altri prodotti di origine animale. Andranno benissimo
cereali, verdure e legumi di qualsiasi tipo.
O caspita,
esclamò Luisa dentro di sé, pure questa!
Non era comunque il
caso di perdersi d’animo. Fece di nuovo mente locale e si ricordò di una
conversazione con Giulia in cui l’amica le aveva parlato di una sua compagna di
danza che seguiva proprio quel particolare tipo di alimentazione. Non le
restava che chiamare di nuovo e verificare l’esattezza del suo ricordo.
«Fabrizio ha
accettato l’invito a cena» disse, non appena si stabilì la comunicazione.
«Be’, è quello che
mi aspettavo» replicò Giulia.
«Anch’io, ma c’è
qualcos’altro che forse non sai».
«Ok, dì pure: sono pronta».
Luisa rise: «No, niente di catastrofico, almeno credo. È solo che Fabrizio
è un vegano... si dice così, vero?».
«Be’» ripeté Giulia
«non dovrebbe essere troppo difficile accontentarlo».
«È per questo che
ti ho chiamata» spiegò Luisa «la
sola idea di cercare ricette di cucina in internet mi fa venire l’ansia e, se
ricordo bene, è vegana anche una delle tue
compagne di danza».
«Due per la verità,
ma non so chi ha influenzato chi» rispose Giulia «vuoi dei suggerimenti su cosa
cucinare, se ho capito bene».
«Hai capito
benissimo. Purché sia roba semplice, alla mia portata. Non ho molta pazienza io
con pentole e fornelli, lo sai».
«Mm… ok. Stasera
dopo la lezione le interpello entrambe e domani ti faccio sapere».
Ottenuta la
rassicurazione di Giulia, Luisa si sentì a quel punto in dovere di rassicurare
a sua volta Fabrizio con due righe in cui gli chiariva che non era causa di
nessun disturbo e che avrebbe avuto la sua cena vegan. Dopodiché si lasciò
cadere, esausta, sul divano del soggiorno. Non sarebbe stata un’attesa facile,
pensò, si sentiva già più nervosa del solito e si chiese se avesse fatto
davvero la scelta migliore possibile. Ma qualunque fosse la risposta a quella domanda, era ormai impensabile
che potesse tornare sui suoi passi.
Ancora pochi secondi e si alzò di nuovo, ma solo per
cambiare stanza e distendersi sul letto con l’intenzione di ascoltare delle
canzoni in cuffia dal suo ormai preistorico lettore cd. E, come capitava sempre in quelle occasioni, il suo
pensiero andò per un momento a suo padre e alla sua vecchia collezione di
musica rock.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Finché aveva abitato con suo padre, Luisa aveva avuto a disposizione oltre tremila pezzi tra dischi di vinile e compact disk e si poteva dire che il suo svezzamento fosse stato a base di omogeneizzati e Rolling Stones, purea di frutta e Pink Floyd, biscotti sciolti nel latte e Björk. Aveva se non altro goduto del privilegio, anni dopo, di salvarsi da tutte le possibili infatuazioni per quei gruppetti di musica prettamente adolescenziale di cui cadevano regolarmente vittima le sue amiche e compagne di scuola. [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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