Ma poiché Luisa era anche
incuriosita dalla casa in rovina, faceva sempre in modo di spingersi fin nei
paraggi della recinzione che la circondava per osservarla da vicino. C’erano
anche alcuni cartelli che indicavano il pericolo di crolli, ma sospettava che
servissero in realtà solo a tenere lontani i curiosi come lei. L’isolamento
dell’edificio aveva infatti impedito che i vandali lo prendessero di mira e gli
unici danni erano stati quelli prodotti dalle intemperie e dal logoramento degli
anni. In pratica, della superficie muraria, erano cadute soltanto delle parti
di intonaco, una parte del camino e un angolo del tetto.
Un
attimo dopo fu di ritorno nella stanza del Circolo, esattamente sulla stessa sedia della seconda fila su cui
si era seduta all’arrivo e da dove, capì a quel punto, non si era mai mossa. Si
era quindi addormentata senza accorgersene mentre il concerto era andato avanti
senza di lei, impossibile dire per quanto tempo. Comunque sia, la musica si
interruppe molto presto e le tre musiciste, dopo un ultimo istante di
immobilità e di silenzio totali, si alzarono in piedi per ricevere l’applauso
del pubblico. Poi sparirono, altrettanto rapidamente a come erano entrate.
Luisa si
sentiva annientata. Era stata capace di addormentarsi al primo concerto di
musica classica a cui assisteva dopo molti anni, senza neanche accorgersi in
anticipo di star cedendo al sonno. Era se non altro abbastanza certa di non
essere stata colta sul fatto, perché Alessandra, come del resto le sue due
colleghe, non guardava mai in direzione del pubblico durante l’esecuzione dei
pezzi.
Poi,
all’improvviso, le sovvenne di Giulia, del Ragnarock e del suo cellulare ancora
spento. Si affrettò così ad accenderlo, senza però che la sua attesa di trovare
un nuovo messaggio dell’amica fosse premiata. Del resto erano solo le 22.30 ed
era perciò molto probabile che il colloquio tra lei ed Eva Luna non si fosse
ancora concluso.
Non le
rimaneva quindi che dirigersi verso la casa di suo padre, anche se l’idea di
starsene poi da sola in tutto quello spazio ad aspettare che Giulia si facesse
viva con un sms non aveva nulla di attraente ai suoi occhi. Non le conveniva
piuttosto approfittare di quello scarto di tempo per raggiungere i paraggi del
Ragnarock?
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Avrebbe così potuto ascoltare dalla viva voce dell’amica il resoconto completo del suo colloquio con Eva Luna, invece che averne un riassunto per via telefonica.Detto fatto, due minuti dopo era sulla sella del suo scooter, in viaggio verso il Ragnarock. O, per meglio dire, verso il bar nei pressi del Ragnarock dove si era seduta due sere prima e dove aveva avuto occasione di leggere il trafiletto sulle Hel. [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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parte in sé, non per scrivere continuazioni.
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